• Enseignement en portugais

        Plusieurs chapitres de l'Enseignement ont été mis à disposition par Gilberto Ribeiro en portugais sur le site suivant :

    http://antoinismo.blogspot.com/ :


    A FÉ E A CARIDADE
    A CARIDADE MORAL
    LEIS CHAMADAS DE DEUS
    OS DEZ PRINCÍPIOS DE DEUS PELO PAI
    COMO DEVEMOS ORAR E COMO PODEMOS PROGREDIR
    COMO DEVEMOS AGIR NAS REUNIÕES SE QUISERMOS RESPEITAR O ENSINAMENTO
    O PAI NOSSO
    A LEI DA CONSCIÊNCIA
    A ORIGEM DA VIDA
    O PAPEL DE DEUS
    A NÃO EXISTENCIA DO MAL
    A SANÇÃO MORAL
    A PRECE
    A CARIDADE BEM COMPREENDIDA
    DAS DIVERSAS DIREÇOES DA VIDA E DA FELICIDADE
    A INTELIGENCIA E A FÉ
    CIÊNCIA E FENÔMENOS PSÍQUICOS
    A IMPORTÂNCIA DO PENSAMENTO
    A CIÊNCIA E A FÉ
    A CAUSA DA VARIEDADE DOS PARTIDOS E DOS GRUPOS
    A AURÉOLA DA CONSCIÊNCIA
    OS ENSINAMENTOS DE LOUIS ANTOINE
    O DESINTERESSE E A FÉ


    votre commentaire
  • Antoinistischer Dienst

    Antoinistischer Dienst

    Antoinistischer Dienst

    ANTОINISTISCHER
    DIENST

    VATER ANTOINE
    DER GROSSE HEILER DER MENSCHHEIT
    FUR DEN, DIE ZUVERSICHT HAT

            Die Lehre des VATERS beruht auf Liebe, sie offenbart das Sittengesetz, das Gewissen der Menschheit, sie ermahnt den Menschen der Pflichten, die er seinem Mitmenschen gegenüber zu erfüllen hat, wäre er selbst soweit zurück, sie nicht verstehen zu können, so wird er doch, in Berührung derer, die sie verbreiten, sich die ihr entströmende Liebe einprägen können; dieselbe wird ihm bessere Absichten einflößen und in ihm edlere Gefühle zum Keimen bringen.
            Die wahre Glaubenslehre, sagt der VATER, ist der Ausdruck der reinen, aus Gottes Busen geschöpften Liebe, die uns zum Lieben Aller ohne Unterschied bewegt. Laßt uns nie das Sittengesetz aus dem Auge verlieren, denn durch dasselbe ahnen wir das Bedürfnis uns zu bessern. Wir sind nicht Alle zum gleichen Grad geistiger und sittlicher Entwicklung gelangt und Gott stellt uns immer die Schwachen in den Weg, um uns Gelegenheit zu geben, sich Ihm zu nähern. Es gibt unter uns Wesen, die jeder Fähigkeit bar, unsrer Stütze bedürfen, unsre Pflicht erheischt es, ihnen unserm Glauben an einen guten und barmherzigen Gott gemäß, Hilfe zu leisten. Ihre Entwicklung gestattet ihnen nicht, einen Gottesdienst zu üben, dessen Lehrsätze über ihre Fassungskraft gehen, aber unsre Handlungsweise ihnen gegenüber, wird ihnen die ihm gebührende Achtung einflößen und sie dazu bewegen, den ihrem Fortschritt vorteilhaftesten Umgang aufzusuchen. Wollen wir sie durch eine Sittenlehre an uns ziehen, deren Grundsätze ihrem Begriffsvermögen unerreichbar find, so werden wir sie verwirren, zum Verzagen bringen und die geringste Belehrung darüber wird ihnen unausstehlich werden ; sie werden schließlich gar nichts mehr verstehen ; an der Glaubenslehre zweifelnd werden sie alsdann zur Stofflehre ihre Zuflucht nehmen.
            Dies ist der Grund, weshalb unsre Menschheit mit jedem Tage an ihrem wahren Glauben an Gott zu Gunsten des Sinnlichen einbüßt. Der VATER hat offenbart, daß es ehemals ebenso selten war einen Stoffgläubigen anzutreffen wie heutzutage einen wahren Gläubigen.
            Solange wir das Sittengesetz nicht kennen, nach dem wir uns lenken, werden wir es überschreiten.
            Die Lehre des VATERS beurteilt dieses Sittengesetz, das alle, sich der Verbesserung der Menschheit widmenden Gemüter begeistert ; sie betrifft nicht nur die den Glauben an Gott Hegenden, sondern alle Menschen ohne Unterschied, Gläubige und Ungläubige, zu welcher Stufe man auch gehören mag. Geben Sie sich nicht der Meinung hin, der VATER verlange die Gründung eines Gottesdienstes, der seine Anhänger in einen Kreis zusammenzieht, sie zwingt, seine Lehre zu üben, gewisse Gebräuche zu beachten, irgend eine Ansicht zu befolgen, ihres Glaubens zu entsagen, um sich Ihm anzuschließen. Nein, dem ist nicht so : wir belehren die sich an uns Wendenden über das, was wir von der Lehre des VATERS verstanden und ermahnen sie der aufrichtigen Befolgung der Gotteslehre, zu welcher sie Glauben hegen, damit sie sich die im Verhältnis zu ihrem Verständnis stehenden sittlichen Anfangsgründe aneignen können. Wir wissen, daß der Glaube nur auf Liebe beruhen darf ; aber wir müssen stets bestrebt sein zu lieben und nicht suchen uns beliebt zu machen, denn dies ist die größte Plage. Werden wir von der Lehre des VATERS durchdrungen sein, dann wird kein Glaubenszwist mehr bestehen, weil es keine Gleichgültigkeit mehr geben wird, wir werden uns Alle einander lieben, weil wir endlich das Fortschrittsgesetz verstanden, wir werden die gleiche Achtung vor jeglichem Glauben und selbst vor dem Unglauben hegen, überzeugt, daß keiner uns irgend ein Leid zufügen könnte, wollen wir unsren Mitmenschen nützlich sein, so müssen wir ihnen zeigen, daß wir eine gute Glaubenslehre üben, indem wir die ihrige achten und ihnen gewogen sind. Wir werden alsdann überzeugt sein, daß die Liebe der Zuversicht entspringt, welche die Wahrheit ist, aber wir werden sie nur besitzen, wenn wir nicht behaupten sie zu haben.

    DIE LEHRE DES VATERS
    IST
    DIE LEHRE CHRISTI
    IN UNSERER ZEIT DURCH DIE
    ZUVERSICHT OFFENBART

    Druck & Verlag :
    F. Deregnaucourt
    Jemeppe bei Lüttich (Belgien. )


    votre commentaire
  • «La vita è eterna, essa è dappertutto. I fluidi esistono anch’essi all’infinito e dall’eternità. Noi siamo immersi nella vita e nei fluidi come il pesce nell’acqua. I fluidi si susseguono l’un l’altro e sono sempre più eterei; si distinguono in funzione dell’amore; dovunque questo esiste c’è vita, giacché senza vita l’amore perde la propria ragion d’essere. È sufficiente che due fluidi siano in contatto per mezzo di un certo grado di calore solare perché i loro due germi di vita si dispongano a entrare in rapporto. Così la vita si crea un’individualità e diventa operante».

    Issue de la traduction italienne de l’Erreur spirite
    (L’errore dello spiritismo, p.240-241) de René Guenon.


    votre commentaire
  • Legge della coscienza:

    «Vi dirò come dobbiamo intendere le leggi divine e come esse possono agire su di noi. Voi sapete che si riconosce che la vita è dappertutto; se esistesse il vuoto, anche il nulla avrebbe la sua ragion d’essere. Posso ancora affermare una cosa, ed è che l’amore esiste anch’esso dappertutto, e così come c’è l’amore, c’è l’intelligenza e la coscienza. L’amore, l’intelligenza e la coscienza riuniti costituiscono un’unità, il grande mistero, Dio. Per farvi comprendere che cosa sono le leggi devo ritornare a quello che ho già ripetuto riguardo ai fluidi: ce ne sono tanti quanti i pensieri; noi possediamo la facoltà di manipolarli e di definirne le leggi, con il pensiero, secondo il nostro desiderio di agire. Quelli che imponiamo ai nostri simili, nello stesso modo si impongono a noi. Queste sono le leggi interne, chiamate generalmente leggi di Dio. Quanto alle leggi esterne, dette leggi di natura, esse sono l’istinto della vita che si manifesta nella materia, si riveste di tutte le sfumature, assume forme numerose, incalcolabili, secondo la natura del germe dei fluidi ambientali. Così è per tutte le cose: tutte hanno il loro istinto, perfino gli astri che si librano nello spazio infinito, si dirigono con il contatto dei fluidi e descrivono istintivamente le loro orbite. Se Dio avesse stabilito leggi per andare a lui, esse sarebbero un ostacolo per il nostro libero arbitrio; o relative o assolute, esse sarebbero state obbligatorie, giacché non avremmo potuto dispensarcene per arrivare al fine. Ma Dio lascia a ciascuno la facoltà di stabilire le proprie leggi, secondo la necessità; è un’altra prova del suo amore. Tutte le leggi devono avere soltanto la coscienza come fondamento. Non diciamo perciò “leggi di Dio”, bensì “leggi della coscienza”. Questa rivelazione discende dai principi stessi dell’amore, di quell’amore che trabocca da ogni parte, che risiede nel centro degli astri e nel fondo degli oceani, di quell’amore il cui profumo si manifesta dappertutto, che alimenta tutti i regni della natura e mantiene l’equilibrio e l’armonia in tutto l’universo».

    Issue de la traduction italienne de l’Erreur spirite
    (L’errore dello spiritismo, p.240) de René Guenon.


    votre commentaire
  • Dio parla:

    Principio primo:
    Se mi amate
    non lo insegnate a nessuno,
    perché sapete che io risiedo
    soltanto nell’uomo.
    Non potete affermare che esista
    una bontà suprema se mi isolate dal prossimo.

    Principio secondo:
    Non credete in colui che di me vi parla,
    in cui è l’intenzione di convertirvi.
    Se rispettate tutte le credenze
    e chi non ne ha,
    saprete, nonostante l’ignoranza,
    più di quel che egli potrebbe dirvi.

    Principio terzo:
    Non farete la morale a nessuno,
    sarebbe provare
    che non agite bene,
    perché essa non si insegna con la parola
    ma con l’esempio,
    e il non vedere il male in niente.

    Principio quarto:
    Non dite mai che fate la carità
    a qualcuno che vi sembra nella miseria:
    sarebbe far intendere
    che sono senza considerazione, che non sono buono,
    che sono padre cattivo,
    sono un avaro,
    che non toglie la fame ai suoi rampolli.
    Se vorrete agire verso i vostri simili
    come veri fratelli,
    non farete la carità che a voi stessi,
    lo dovete sapere.
    Poiché niente c’è di bene fuori della solidarietà,
    avrete fatto soltanto, verso di loro,
    il vostro dovere.

    Principio quinto:
    Cercate sempre di amare chi chiamate
    «il vostro nemico»:
    è per insegnarvi a conoscervi
    che ve lo metto sul cammino.
    Vedete in voi il male più che in lui:
    sarà il miglior rimedio.

    Principio sesto:
    Quando vorrete conoscere la causa
    delle vostre sofferenze,
    a cui siete soggetti sempre a ragione,
    la troverete nella incompatibilità della
    intelligenza per la coscienza,
    che tra loro instaura termini di paragone.
    Non potrete provare sofferenza
    che non sia per farvi notare
    che l’intelligenza si oppone alla coscienza;
    è ciò che importa non ignorare.

    Principio settimo:
    Cercate di compenetrarvene
    perché anche la più piccola sofferenza è dovuta alla vostra
    intelligenza che vuole sempre di più possedere;
    essa si fa della clemenza un piedistallo,
    e vuole che tutto le sia subordinato.

    Principio ottavo:
    Non vi lasciate dominare dalla vostra intelligenza
    la quale cerca solo di elevarsi
    sempre più;
    essa calpesta la coscienza,
    adducendo che la materia è, che
    causa le virtù,
    mentre contiene soltanto la miseria
    delle anime che voi chiamate
    «abbandonate»,
    che agirono soltanto per soddisfare
    la propria intelligenza che le ha sviate.

    Principio nono:
    Tutto quel che per voi è utile, per il presente così come
    per l’avvenire,
    se non avrete dubbi,
    vi sarà dato per sovrammercato.
    Educatevi, vi ricorderete il passato,
    vi tornerà alla memoria
    che vi è stato detto: «Bussate, vi aprirò.
    Io sono nel conosci te stesso...».

    Principio decimo:
    Non crediate di far sempre
    bene quando date assistenza a un fratello;
    potreste fare il contrario,
    frenare il suo progresso.
    Sappiate che una grande prova
    sarà la vostra ricompensa,
    se lo umiliate e vi fate rispettare.
    Quando volete agire,
    non abbiate cieca fiducia in quello che credete,
    anche questo vi potrebbe far deviare;
    fondatevi sempre sulla coscienza
    che vuol dirigervi, essa non può ingannarvi.

    Issue de la traduction italienne de l’Erreur spirite
    (L’errore dello spiritismo, p.236-238) de René Guenon.


    votre commentaire
  • «Un unico rimedio può guarire l’umanità: la fede. Dalla fede nasce l’amore: quell’amore che ci indica nei nostri nemici Dio stesso. Non amare i propri nemici significa non amare Dio; giacché è l’amore che portiamo ai nostri nemici che ci rende degni di servirlo; è il solo amore che ci faccia veramente amare, perché è puro e vero».

    Issue de la traduction italienne de l’Erreur spirite
    (L’errore dello spiritismo, p.240) de René Guenon.


    votre commentaire
  • Происхождение жизни: 

    Жизнь вечна, она повсюду. Также и флюиды существует в бесконечности и вечности. Мы обволакиваемы жизнью и флюидами, как рыба – водой. Флюиды цепляются друг за друга и оказываются все более и более бесплотными; они отличаются по степени любви; повсюду, где существует любовь, есть и жизнь, так как без жизни у любви нет более основания для существования. Достаточно, чтобы два флюида находились в контакте благодаря определенной степени солнечной теплоты, чтобы два их зародыша жизни были склонны вступить в связь. именно таким образом жизнь образует индивидуальность и становится активной.

    issue de la traduction russe de L'erreur spirite 
    (
    Заблуждения спиритов, p.375-376) de René Guenon

     

    Source : http://www.mahadevi.ru/rene_guenon_l_erreur_spirite_rus_2015.pdf


    votre commentaire
  • Закон совести:
        Сейчас я скажу вам, как вы должны понимать божественные законы и каким образом они могут действовать нас.
        Вам исвестно, что признано: жизнь повсюду; если бы имело свою причину для существования. Вещь, которую я могу еще утверждать, это то, что любовь существует также повсюду, и также что есть любовь, есть разум и совесть. Любовь, разум и совесть вместе образуют великую тайну, Бога.
        Чтобы дать вам возможность понять то, чем являются законы, я должен возвратиться к тому, что я уже повторял в отношении флюидов: они существуют также, как и мысли; мы обладаем способностью управлять ими и устанавливать их законы, посредством мысли, в соответствии с нашим желанием действовать. Те флюиды, которые мы передаем нашим ближним, они также передают нам. Таковы внутренние законы, именуемые обычно законам Бога.
        Что касается внешних законов, называемых законами природы, то они инстинкт жизни, проявляющийся в материи, облекающей бесчисленные формы, в соответствии с природой зародыша окружающих флюидов.
        Таково положение всех вещей, все обладают своим инстинктом, даже парящие в безграничном пространстве звезды управляются соединением флюидов и инстинктивно описывают свою орбиту.
        Если бы Бог установил законы, чтобы идти к нему, они явились бы путами для нашей свободной воли; будь ли они относительными или абсолютными, эти законы оказались бы обязательными, поскольку мы не могли бы освободиться от них для достижения цели. Но Бог оставляет за каждым способность установить свои законы, согласно необходимости; это еще одно доказательство его любви.
        Любой закон должен лишь иметь своей основой совесть. А значит, мы не скажем «законы Бога», но скорее «законы совести».
        Это откровение происходит от самих основ любви, этой любви, что наполняет всё, которая оказывается, как в недрах звезд, как в глубинах океанов, благоухание которой разносится повсюду, что питает все царства природы и поддерживает равновесие и гармонию во всей вселенной.

    issue de la traduction russe de L'erreur spirite 
    (
    Заблуждения спиритов, p.374-375) de René Guenon

     

    Source : http://www.mahadevi.ru/rene_guenon_l_erreur_spirite_rus_2015.pdf

     

     


    votre commentaire
  • Сияние совести : 

    Единственное лекарство может исцелить человечество: вера. Это из веры рождается любовь: любовь, показывающая нам в наших врагов самого Бога. Не любить своих врагов означает не любить Бога, так как лишь любовь, испытываемая нами к нашим врагам, делает нас достойными служить ему; это единственная любовь, побуждающая нас понастоящему любить, поскольку она чиста и истинна.

    issue de la traduction russe de L'erreur spirite 
    (
    Заблуждения спиритов, p.374) de René Guenon

    Source : http://www.mahadevi.ru/rene_guenon_l_erreur_spirite_rus_2015.pdf


    votre commentaire
  • Dix principes – Десятью фрагментами в прозе учения, открытого Антуаном Целителем:

    Бог говорит:

    Первыи принцип: Если Вы меня любите, Вы не будете никого учить этому, поскольку Вам известно, что я пребываю только в человеке. Вы не можете свидетельствовать, что существует высшая доброта, в то время, как Вы изолируете меня от ближнего.

    Второй принцип: Не верьте тому, кто Вам говорит обо мне, чье намерение заключалось бы в Вашем обращении. Если Вы уважаете всякую веру и того, у кого её нет, Вы знаете, несмотря на Ваше невежество, больше, чем он мог бы Вам сказать.

    Третий принцип: Вы не можете никому читать нотацию, что бы свидетельствовало, что Вы не делаете добро, потому что морали учат не словом, а примером, и ни в чем не видят зла.

    Четвертый принцип: Никогда не говорите, что вы подаете милостыню кому-либо, кто кажется вам пребывающем в нужде, это было бы равносильно сказать, что я равнодушен, что я [не] хороший, что я плохой отец, что я, скупец, оставляющий голодным свое чадо. Если Вы поступаете по отношению Вашему ближнему как настоящий, Вы подаете милостыню только Вам самим, Вам следует это знать; потому что ничто не является благом, если нет солидарности, и по отношению к нему Вы только выполняли Ваш долг.

    Пятый принцип: Всегда стремитесь любить того, кого Вы называете «Вашим врагом»: вам следует знать, что это я помещаю его на Вашем пути, но видьте зло скорее в себе, чем в нём: это будет могущественным лекарством.

    Шестой принцип: Когда Вы захотите узнать причину Ваших страданий, которые Вы обоснованно терпите, Вы найдете ее в несовместимости – ума с совестью, которая устанавливает между ними отношения сравнения. Вы не можете чувствовать малейшего страдания – [на которые для вас не следует указывать – ум противоположен совести] – именно об этом не следует указывать – ум противоположен совести – именно об этом не следует забывать.

    Седьмой принцип: Постарайтесь постигнуть это, так как малейшее страдание обязано вашему – уму, который всегда желает больше обладать ; - он делается подножием милосердия, желая, чтобы все было ему подчинено.

    Восьмой принцип: Не позволяйте Вашему уму господствовать над Вами – который стремится лишь к постоянному росту – больше и больше – он топчет ногами совесть, – утверждая, что именно материя наделяет – добродетелями, в то время как она содержит лишь тяготы – души, которые вы называете «оставленными» – которые действовали только для удовлетворения –  своего ума, и сбившего их с пути.

    Девятый принцип: Все, что вам полезно, для настоящего, как и для будущего, – если Вы не сомневаетесь ни в чём, – будет Вам дано, свех того. Развиваете себя, воспоминайте прошлое, –у Вас будут воспоминания – что вам было сказано: «Стучите, и я Вам открю. Я пребываю в знании-тебя…»

    Десятый принцип: Не думайте, что всегда делаете благо – когда оказываете помощь брату, – Вы могли бы делать противоположное – препятствовать его развитию. – Знайте, что великое испытание – оно будет Вашей наградой, – если Вы унижаете его и навязываете ему уважение. – Когда Вы хотите действовать, – никогда не опирайтесь на Вашу веру, – потому что она может еще сбить Вас с пути; – основывайтесь всегда на совести – которая может руководить Вами, она не может Вас обманывать.

    issue de la traduction russe de L'erreur spirite
    (Заблуждения спиритов, p.371) de René Guenon

     

    Source : http://www.mahadevi.ru/rene_guenon_l_erreur_spirite_rus_2015.pdf


    votre commentaire
  • L'aureola della coscienza :

    " Un solo rimedio puo guarire l'umanita: LA FEDE; è dalla fede che nasce l'amore; amore che ci mostra nei nostri nemici Dio stesso; non amare i suoi nemici e non amare Dio, poiche e l'amore che abbiamo per i nostri nemici che ci rende degni di servirlo; e il solo amore che ci fa realmente amare perche e puro e di verita."

    source : publication du Temple Antoiniste de Retinne : Philosophie Spiritualiste
    https://www.facebook.com/groups/388268114840941/permalink/828764520791296/


    votre commentaire
  • Auréole de la conscience en néerlandais #2

    Stralenkrans van het Geweten

        Een enkel middel kan de mensheid genezen: HET GELOOF; het is uit het geloof dat de liefde voorspruit: de liefde die ons in onze vijanden GOD-ZELF toont; zij vijanden niet beminnen, is GOD niet liefhebben; want het is de liefde die wij voor onze vijanden hebben die ons waardig maakt HEM te dienen; het is de enige liefde die ons werkelijk doet liefhebben, daar zij zuiver en de waarheid is.

    Traduction issue de Antoinisme Eredienst Vertaald door Zuster Vandenrhijn.


    votre commentaire
  •     Só um remedio pôde salvar a Humanidade: a Fé. Da Fé nasce o Amor que, nos nossos propios inimigos nos nostra Deus. Não amar os nossos inimigos, é o mesmo que não amar Deus, porque é o amor que nos dedicatas aos nossos inimigos que nos torna dignos de servil-o. Só o verdadeiro Amor nos ensina a amar, porque é pure, porque é a verdade.

    issue de l'article Antonismo du Correio da manhã (2 décembre 1913)


    votre commentaire
  • "The Halo of Conscience"

        "Only one remedy can heal humanity, and that is 'Faith.'   Love is born from Faith".

    Traduction libre issue du livre d'Albert van der Naillen, Most sacred revelations given to the world by Antoine the wonderful Belgian healer (1927), p.59

        "FAITH is born of LOVE; that kind of Love which convinces us that God dwells in our very ennemies; hence not loving our ennemies is not loving God; it is the Love we have for our ennemies that renders us worthy of serving him; for that Love is truth in its very essence, for it is purity itself."

    Traduction libre issue du livre d'Albert van der Naillen, Most sacred revelations given to the world by Antoine the wonderful Belgian healer (1927), p.58


    votre commentaire
  •     "The only remedy which can heal humanity is THE FAITH; Faith is born of Love; that kind of Love which convinces us that God dwells in our very enemies; hence not loving our enemies is not loving God; it is the Love we have for our enemies that renders us worthy of serving him; it is the sole Love which makes us really loving, because it is pure and true"

    Translation of "The Halo of Consciousness", written on the back wall in the temple.

    source : https://en.wikipedia.org/wiki/Antoinism


    votre commentaire
  • Auréole de la Conscience en portugais #2

    A Aureola da Consciência:

        Um só remédio pode curar a humanidade, a Fé; é da fé que nasce o amor: o amor que nos mostra nos nossos inimigos o próprio Deus; não amar os nossos inimigos, é não amar a Deus; porque é o amor que temos aos nossos inimigos que nos torna dignos de serve-Lo; é o único amor que nos faz amar verdadeiramente, porque é puro e de verdade.

    Issue de la traduction par M. R. Bayard de Robert Vivier, Délivrez-nous du mal - Antoine le guérisseur (Livrai-nos do mal - Antoine o curador), p.317


    votre commentaire
  • DE STRALENKRANS VAN HET GEWETEN

    Een enkel middel kan de menschheid genezen: Het Geloof. Uit het geloof wordt de liefde geboren. De liefde, die ons God zelfs in onze vijanden doet zien. Zijn vijand niet lief te hebben, is God niet beminnen, want de liefde, die wij voor onze vijanden gevoelen, maakt ons waardig Hem te dienen. Ze is de eenige liefde, die ons waarlijk doet lief hebben, omdat zij is zuiver en waar.

    issue d'un article du journal De Sumatra post, 28-01-1911


    votre commentaire
  •     Antonismo estas religia kristana movado precipe en Francio kaj en Belgio kie ili posedas 64 templojn el kiuj 31 en Francio kaj 1 en Monako same kiel legosalonoj.
        La fondinto de la movado, Louis Antoine, laboristo naskiĝinta en Mons-Crotteux (Belgio) en 1846, prizorgis dum dudek du jaroj la malsanulojn, al kiuj li dediĉis sian sorton.
        Influita de la skribaĵoj de Allan Kardec, li fondis unue asocion nomita «La Vitistoj de la Sinjoro» kaj en kiu li ekspluatas siajn talentojn kiel mediumo.
    source : http://eo.wikipedia.org/wiki/Antonismo

     

    "Revelacio de Patro Antonio
    la granda kuracisto de la homaro,
    por li, kiu havas fidon. "

    "La arbo de sciado pri la vizio de malbono."

    La halo de Konscio:
         "Sola rimedo povas kuraci la homaron: FIDO. Ĝi estas fido kiu okazigas amo, amo kiu montras al ni niajn malamikojn al Dio mem. Ne ami siajn malamikojn, ne ami Dion, ĉar ĝi estas la sola amo, kiun ni havas por niaj malamikoj kiuj faras nin indaj servi, estas nur amas kiu faras nin vere amas, ĉar ĝi estas pura kaj vera. "


    La Instruo de Patro Antonio:
        "La Instruado de la Patro baziĝas sur amo, malkaŝas la morala leĝo, la konsciencon de la homaro, la homo rememoras la devoj oni devas ludi al alia, eĉ se ĝi prokrastas ĝis ili ne povas eĉ kompreni ĝin, eble, en kontakto kun tiuj kiuj etendas ĝin, por esti penetritaj de la amo kiu emanas de ili, ĝi estos inspiri la plej bonaj intencoj kaj ĝi burĝoni noblajn sentojn.
        Vera religio, diras la Patro, estas la esprimo de amo interne Dio ebria, kiu igas nin ami ĉiuj egale. Ne eterne perdi vidon de la morala leĝo, kiel estas por ŝi vizias la bezonon plibonigi / por ŝi kiel ni konceptas la bezonon plibonigi. Ni ne preni cxiujn sama grado de intelekta kaj morala disvolviĝo, kaj Dio ĉiam metis la malforta survoje por doni al ni la ŝancon de alproksimigi lin. Ili estas inter ni estuloj kiuj estas senigitaj de ĉiuj kolegio kaj kiuj bezonas nian apogon, trudas devo veni al ilia helpo kiel ili kredas en bona kaj kompatema. Ilia disvolviĝo ne rajtas praktiki religion kies instruado estas preter la atingo de lia kompreno, sed nia aniero de agi sur gxi memoras la respekto kiu estas pro kaj kondukos ilin al serĉi la plej avantaĝa al ilia progreso. Se ni volas altiri ilin al ni per morala leĝo kiu ripozas sur sia kompreno nealirebla al la perturbaremos la desmoralizaremos/, kaj la malplej edukitaj pri ĉi tio estos netolerebla, eventuale ne plu komprenis ion, do dubante religio, tiam recurrir al materiismo.
        Tio estas la kialo kial nia ĉiutaga homaro perdas la vera kredo en Dio favore de materio. La Patro rivelis ke iam estis tiel malofta trovi materiisma kiel hodiaŭ vera kredanto.
        Dum ignori la morala leĝo, tra kiu ni veturis, kaj la peka.
        La Instruo de Patro pensas ĉi morala leĝo, kiu inspiris tutan koron dediĉita al regeneri Homaro; ne aplikebla nur al tiuj kiuj kredas je Dio, sed al ĉiuj homoj egale, kredantoj kaj nekredantoj en ajna paŝo al kiu li apartenas. Ne kredu ke la Patro serĉas la starigo de religio kiu restriktas lian aliĝintoj en rondo, devigas ilin por praktiki lian doktrinon, por observi certa rito, respekti iu modo, tiam iu opinio, forlasi sian religion por Ĉu ne venis al li, la afero ne estas tiel: ni instruas al kiuj ĝi venas al ni kiel ni komprenas la instruon de la Patro kaj instigas la sincera praktikado de religio en kiu havas fidon, tiel ke ili povas akiri la morala elementoj en rilato kun ilia kompreno. Ni scias ke kredo ne povas esti bazita nur sur amo, sed ni devas strebi ĉiam ami kaj ne faru al ni ami, kiel ĉi tiu estas grava plago. Kiam ni penetris la Instruado de la Patro, ne estos divido inter religioj ĉar ne estos indiferenteco, ni amas cxiujn, ĉar ni ĉiuj komprenis fine la leĝo de progreso, ni havos la saman konsideroj por ĉiuj religioj kaj eĉ nekredemo , konvinkita ke neniu povis fari al ni la malpli malbona kaj ke se ni servi aliajn, ni devas montri ilin ke ni profesan bona religio kiu respektas vian bezonaĵojn kaj via bona. Tiam ni estas konvinkitaj, ke amo estas naskita de fido, estas vero, sed ne posedas se ni ne volas havi ĝin. "

    A sekvanto de Patro Antonio:
         "Fari de M. Antonio grandan sinjoron, sed bone ne voli tranĉi lin? Konfesi, mi supozas, ke ni, liaj partianoj, kiuj estas konsciaj de lia laboro, havas aliajn pensojn pri ili. Vi prenas tre intelekte, kiu estas ankaŭ tre materiale, nia formo de vidi, kaj la juĝisto tiel sen kono de la faktoj, ne povas kompreni la senton ke motivas nin. Sed kiu havas fidon en nia bona Patro, estimas kio estas en justa valoro ĉar ĝi konsideras morale. Ni povas demandi al li cxion vi volas, Li donas al ni sindone. Tamen, estas permesate al ni agi en nia propra maniero, iamaniere sen rekompenso al Li, kiam Li havas la plej grandan respekton por la libera volo, ni neniam trudi ion. Se ni devas demandi lia konsilo, estas ĉar ni kredas ke Li scias ĉion kion ni bezonas, kaj ni ignoras ĝin. Ĝi tiel ege preferinde esti konscia de ĝia potenco antaŭ vi volas senkreditigi la maniero agi pri ĝi?
         Kiel bona patro, Li rigardas super ni. Kiam malfortiĝis por malsano, ni iru al li, plena de konfido, Li sidejo, anigas nin. Kiam ni falos neniigitaj sub la plej terura bato de morala frazoj: Li levas nin kaj kondukas nin al esperas en niaj koroj fortiĝis. Kiam la perdo de esti kara lasas grandegan malplenon en niaj animoj, amo plenigas ĝin kaj vokas nin al devo. Li havas la balzamo ekscelenco, la vera amo kiu paves neniun diferencon, kiu superfluas ĉiun obstaklon, ke sanigas ĉiujn vundon, kaj lavishes sur la tuta homaro, ĉar ĝi estas kuracisto de la animo anstataŭ la korpo. Ne, ni ne volas fari la Kuracisto Antonio la Granda Eternulo, Rektigu Lin nia Savanto. Li estas pli nia Dio, ĉar Li ne estas pli ol nia servilo. "


    Dek Principoj revelaciita de Antonio la Kuracisto:
        "Dio parolas:
    - Unua principo: Se vi amas min, - vi ne instruu neniu, - ĉar vi scias ke mi vivas - nur en la koro de homo. - Vi ne povas atesti, ke ekzistas - supera boneco - dum vi izoli min de la najbaro.
    - Dua Principo: Ne kredu kion ke vi diras pri mi, - kies intenco estus konverti vin. - Se vi respektas ĉiuj kredoj - kaj kio ne havas - vi scias, spite vian nescion, - pli ol li povus diri al vi.
    - Tria principo: Vi ne povas fari morala al iu - ĉi tio pruvas - ke vi ne faras bonon - ĉar ĝi ne povas esti instruata per parolo, - sed per la ekzemplo - kaj vidas nenian malbonon en ĉiuj.
    - Kvara principo: Neniam diru ke vi faras karitato - por iu kiu ŝajnas esti en mizero, - ĝi farus vi komprenas - tio ne koncernas, kiuj estas ne bonaj - mi estas malbona patro, - a avarulo, kiu forlasas malsata viajn idaronon. - Se vi agas kun viaj kolegoj - kiel vera frato - vi faras karitaton nur al vi mem - vi devas ĝi scii. - Ĉar tiuj ne estas bone se ne certigita, - vi faris por li - ludas pli ol sia devo.
    - Kvina principo: Strebu amas tiun kiun vi pensas esti - 'vian malamikon': - estas instrui al vi konas vin - mi metis lin sur via vojo. - Sed vidu la malbonon en vi anstataŭ en li: - estos la suverena rimedo.
    - Sesa principo: Kiam vi volas scii la kaŭzon - de via suferado, - ke vi suferadas ĉiam pravo - trovos ĝin en la nekongruo inter inteligenteco kun konscienco - Ĉar ili estas la bazon de terminoj de komparo. Vi ne povas senti neniun doloron - nur ol fari ilin rimarkas - tio inteligenteco estas kontraŭa al konscienco, - Ĉi tiu ne povas ignori.
    - Sepa principo: Provu penetri vin, - ke ajna suferado estas pro via - inteligenteco kiu ĉiam volas havi pli, - ĝi faras pedestal de bonkoreco, - kiam ĝi volas ke ĉiu estas ĝin subordigitaj.
    - Oka principo: Ne lasu ilin regi via inteligenteco - kiu ne celas levi ankoraŭ - ĉiufoje, - ĝi piedpremas la konscienco, - okazigon ke la materialo kiu donas la virtoj - dum ĝi ne enhavas nur la mizero - de animoj ke vi diras - "forlasitaj" - kiu servis nur por kontentigi - ilia inteligenteco kiu ilin erarvagis.
    - Naŭa principo: Ĉio tio estas utila por ili, por la nuno - kiel por la estonteco - se vi ne dubas nenie - estos donita al ili multe. - Kresku vi, vi memoros la pasinteco - vi memoros la momoro - ke ĝi rakontis ilin: "Alvoku, mi malfermos ilin. - Mi estas en la "konu-vin-mem".
    - Deka Principo: Ne pensu ĉiam fari bonon - kiam vi helpas fraton; - Vi povus fari la malon - Malantaŭi sian progreson. - Sciu, ke granda provo - estos via rekompenco - se vi volas humila sin kaj postulas respekton. - Kiam vi volas agi - neniam apogu vin sur la kredo - ĉar ĝi povas trompi vin, - Petiu ĉiam sur via konscienco - kiun devas direkti vin, ĝi ne povas erari. "

    Leĝo de konscienco:
    La Patro. - "Mi rakontos al vi kiel ni komprenas Diaj leĝoj kaj kiel ili povas agi sur nin.
        Vi scias, ke oni agnoskis ke vivo estas ĉie, se vakuo ekzistis, nenio devus ankaŭ havi lian kialon por ekzisti.
        Unan aferon mi povas diri ankaŭ, estas ke amo ankaŭ ekzistas ĉie, kaj kiel ekzistas amo, tie estas inteligenteco kaj konscienco. Amo, inteligenteco kaj konscienco kune konstituas unuecon, la granda mistero, Dio.
        Por vi komprenas kio estas la leĝoj, mi devas reiri al kio mi jam ripetis pri la fluidaj, kiel estas tiom da pensoj havas la povon manipuli kaj establi siajn leĝojn, per penso, en nia deziro agadi. Tiuj ni trudas nia najbaroj ni postuli la sama maniero. Tia estas la interna leĝoj, kutime nomita Dia leĝoj.
        En terminoj de fremdaj leĝoj, tiuj leĝoj de la naturo estas la instinkto de vivo kiu manifestiĝas en la afero, ĝi estas de ĉiuj nuancoj, prenu multnombraj formoj, nekalkuleblaj, laŭ la naturo de la ĝermo de fluidaj medioj.
        Tial por cxio, ĉiuj havas siajn instinktojn, la steloj mem kiuj planas en senfina spaco estas direktita de la kontakto de la fluidaj kaj instinkte priskribi ĝia orbito.
        Se Dio kreis leĝojn por iri al ĝi, estus malhelpo al nia libera volo, ĉu ili rilatas aŭ se estis absoluta, estus deviga, ĉar ni ne povis malhavi ilin atingi la celon. Sed Dio faras ĉiuj la povon fari leĝojn, kiel postulis, daŭre estas provo de lia amo.
        Ĉiu leĝo devus havi pli ol la bazo konscio. Do ne diru "leĝo de Dio," sed prefere "leĝoj de konscio."
        Ĉi tiu revelacio fontas el la tre principoj de amo, la amo kiun superfluas ĉie, trovis en la centro de la steloj kaj en la profunda maro, kiu amas manifestas en sia bonodoro ĉie, kiu nutras ĉiuj regnoj de la naturo kaj subtenante ekvilibro kaj harmonio en la tuta universo. "

    D. - "Kie faras vivon?"
    La Patro. - "La vivo estas eterna, estas ĉie. La fluidaj ankaŭ ekzistas en la senfina kaj por la tuta eterneco.
        Ni banas en la vivo kaj fluidaj kiel fiŝo en akvo.
        La fluidaj estas ligitaj kaj igas pli etera, distingiĝas per amo, ĉar kie ajn ĝi ekzistas, estas vivo, ĉar sen amo vivo ne plu havas sian pravigo.
        Nur sufiĉas du fluidaj esti en kontakto por certa kvanto de suna varmeco, tiel ke liaj du ĝermojn de vivo devas eniri en rilato. Jen kiel vivo estas kreita kaj fariĝas aganta individuecon. "


    votre commentaire
  • «Revelação pelo Pai Antônio,
    o grande curandeiro da Humanidade,
    para o que tem a fé».

    «A árvore da ciência da visão do mal».

    A Auréola da Consciência:
        «Um só remédio pode curar à humanidade: A FÉ. É da fé de onde nasce o amor: é o amor o que nos mostra em nossos inimigos a Deus mesmo. Não amar aos inimigos, é não amar a Deus, já que é o amor que temos por nossos inimigos o que nos faz dignos de lhe servir; é somente o amor o que nos faz amar verdadeiramente, porque é puro e de verdade».

    O Ensino do Pai Antonio:
        «O Ensino do Pai tem por base o amor, revela a lei moral, a consciência da humanidade; recorda ao homem os deveres que têm que desempenhar para seus semelhantes; embora esteja atrasado inclusive até não poder compreendê-la, poderá, ao contato daqueles que a estendem, ser penetrado pelo amor que se desprende deles; este lhe inspirará melhores intenções e fará germinar nele sentimentos mais nobres.
        A verdadeira religião, diz o Pai, é a expressão do amor bebido no seio de Deus, que nos faz amar a todo mundo indistintamente. Não perdemos jamais de vista a lei moral, já que é por ela como pressentimos a necessidade de melhorar. Nós não chegamos todos ao mesmo grau de desenvolvimento intelectual e moral, e Deus coloca sempre aos fracos em nosso caminho para nos dar a ocasião de nos aproximar dele. Encontram-se entre nós seres que estão desprovidos de toda faculdade e que têm necessidade de nosso apoio; o dever nos impõe vir em sua ajuda na medida em que acreditam em um Deus bom e misericordioso. Seu desenvolvimento não lhes permite praticar uma religião cujo ensino está acima do alcance de sua compreensão, mas nossa maneira de atuar a seu respeito recordará o respeito que lhe é devido e lhes conduzirá a procurar o meio mais vantajoso para seu progresso. Se quisermos atraí-los a nós por uma moral que repousa sobre leis inacessíveis a seu entendimento, os perturbaremos, os desmoralizaremos, e a menor instrução sobre esta lhes será insuportável; acabarão por não compreender já nada; duvidando assim da religião, então recorrerão ao materialismo.
        Eis aqui a razão pela qual nossa humanidade perde todos os dias a verdadeira crença em Deus em favor da matéria. O Pai revelou que antigamente era tão estranho encontrar um materialista como hoje em dia um verdadeiro crente.
        Enquanto ignoremos a lei moral, pela qual nos dirigimos, a transgrediremos.
        O Ensino do Pai raciocina esta lei moral, inspiradora de todos os corações dedicados a regenerar à Humanidade; não interessa somente àqueles que têm fé em Deus, mas sim a todos os homens indistintamente, crentes e não crentes, em qualquer degrau ao qual pertença. Não creiam que o Pai pede o estabelecimento de uma religião que restringe a seus adeptos em um círculo, obriga-os a praticar sua doutrina, a observar um certo rito, a respeitar certa forma, a seguir uma opinião qualquer, a deixar sua religião para vir a Ele. Não, a coisa não é assim: nós instruímos a quem se dirige a nós como compreendemos o Ensino do Pai e os exortamos à prática sincera da religião na qual têm fé, a fim de que possam adquirir os elementos morais em relação com sua compreensão. Sabemos que a crença não pode estar apoiada a não ser no amor; mas devemos nos esforçar sempre em amar e não em nos fazer amar, já que isto é a maior das pragas. Quando estivermos penetrados do Ensino do Pai, já não haverá dissensão entre as religiões porque não haverá mais indiferença, amar-nos-emos todos porque teremos compreendido ao fim a lei do progresso, teremos as mesmas considerações para todas as religiões e inclusive para a descrença, persuadidos de que ninguém poderia nos fazer o menor mal e de que, se queremos ser úteis aos nossos semelhantes, devemos lhes demonstrar que nós professamos uma boa religião que respeita a sua e que quer seu bem. Então estaremos convencidos de que o amor nasce da fé que é a verdade; mas não a possuiremos a não ser quando não pretendermos tê-la».

    Um seguidor do Padre Antonio:
        «Fazer do M. Antônio um grande senhor, não seria mas bem lhe rebaixar? Admitirão, suponho, que nós, seus adeptos, que estamos a par de seu trabalho, tenhamos a seu respeito outros pensamentos. Vós interpretais muito intelectualmente, quer dizer, muito materialmente, nossa maneira de ver, e, ao julgar assim sem conhecimento de causa, não podem compreender o sentimento que nos anima. Mas quem quer que tem fé em nosso bom Pai aprecia o que Ele é em seu justo valor porque lhe considera moralmente. Nós podemos pedir-lhe tudo o que queremos, Ele nos dá isso com desinteresse. Não obstante, é-nos lícito atuar a nosso modo, sem recorrer em modo algum a Ele, já que Ele tem o maior respeito pelo livre arbítrio; jamais nos impõe nada. Se tivermos que pedir--lhe conselho, é porque estamos convencidos de que Ele sabe tudo aquilo do que temos necessidade, e que nós o ignoramos. Não seria, pois imensamente preferível dar-se conta de seu poder antes de querer desacreditar nossa maneira de atuar a seu respeito?
        Como um bom pai, Ele vigia sobre nós. Quando debilitados pela enfermidade, vamos a Ele, cheios de confiança, Ele nos alivia, curanos. Quando caímos aniquilados sob o golpe das mais terríveis penas morais, Ele nos levanta e nos conduz à esperança em nossos corações doloridos. Quando a perda de um ser querido deixa em nossas almas um vazio imenso, seu amor o enche e nos chama de novo ao dever. Ele possui o bálsamo por excelência, o amor verdadeiro que aplaina toda diferença, que transborda todo obstáculo, que cura toda chaga, e Prodigaliza a toda a humanidade, já que é mais médico da alma que do corpo. Não, nós não queremos fazer do Antônio o Curandeiro um grande senhor, fazemos Dele nosso salvador. Ele é mais nosso Deus, porque Ele não quer ser mais que nosso servidor».

    Dez Princípios revelado pelo Antônio o Curandeiro:
        « Deus fala:
    — Primeiro princípio: Se me amarem, — não o ensinarão a ninguém, — posto que sabem que eu não resido — mais que no seio do homem. — Vós não podeis testemunhar que existe — uma suprema bondade — enquanto que me isolam do próximo.
    — Segundo princípio: Não creiam no que vos falam de mim, — cuja intenção seria lhes converter. — Se respeitarem toda crença — e ao que não tem nenhuma, — sabem, apesar de sua ignorância, — mais do que poderia lhes dizer.
    — Terceiro princípio: Vós não podeis fazer moral a ninguém, — seria provar — que não fazem bem, — porque ela não se acostuma pela palavra, — mas sim pelo exemplo, — e não ver o mal em nada.
    — Quarto princípio: Não digam jamais que fazem caridade — a alguém que lhes parece na miséria, — seria fazer entender — que eu careço de miras, que não sou bom, — que sou um mau pai, — um avaro, que deixa ter fome a seu broto. — Se atuarem para seu semelhante — como um verdadeiro irmão, — não fazem caridade mais que a vós mesmos, — devem sabê-lo. — Posto que nada está bem se não for solidário, — não têm feito para ele — mais que desempenhar seu dever.
    — Quinto princípio: Tratem sempre de amar ao que dizem — «seu inimigo»: — é para lhes ensinar a lhes conhecer — que eu lhe coloco em seu caminho. — Mas vejam o mal mais em vós que nele: — será seu remédio soberano. — Sexto princípio: Quando quiserem conhecer a causa — de seus sofrimentos, — que padecem sempre com razão, — encontrá-la-ão na incompatibilidade da inteligência com a consciência, — que estabelece entre elas os termos de comparação. Vós não podeis sentir o menor sofrimento — que não seja para lhes fazer observar — que a inteligência é oposta à consciência; — é o que é mister não ignorar.
    — Sétimo princípio: Tratem de lhes penetrar, — já que o menor sofrimento é devido a sua — inteligência que quer sempre possuir mais; — faz-se um pedestal da clemência, — ao querer que tudo lhe esteja subordinado.
    — Oitavo princípio: Não lhes deixem dominar por sua inteligência — que não procura mais que elevar-se sempre — cada vez mais; — ela espezinha à consciência, — sustentando que é a matéria a que dá as virtudes, — enquanto que ela não encerra mais que a miséria — das almas que vós dizem — «abandonadas», — que atuaram somente para satisfazer — sua inteligência que lhes extraviou.
    — Nono princípio: Tudo o que lhes é útil, para o presente — como para o futuro, — se não duvidarem nada, — será-lhes dado além disso. — lhes cultive, lhes recordarão o passado, — terão a lembrança — de que lhes há dito: “Chamem, eu lhes abrirei. — Eu estou no te conheça”…
    — Décimo princípio: Não pensem fazer sempre um bem — quando levarem assistência a um irmão; — poderiam fazer o contrário, — pôr travas a seu progresso. — Saibam que uma grande prova — será sua recompensa, — se lhe humilharem e lhe impõem o respeito. — Quando quiserem atuar, — não lhes apóiem jamais sobre sua crença, — porque ela pode lhes extraviar também; — lhes apóie sempre sobre a consciência — que quer lhes dirigir, ela não pode lhes enganar».

    Lei da consciência:
    O Pai. - «Vou lhes dizer como devemos compreender as leis divinas e de que maneira elas podem atuar sobre nós.
        Vós sabeis que se reconhece que a vida está por toda parte; se o vazio existisse, um nada teria também sua razão de ser.
        Uma coisa que posso afirmar também, é que o amor existe também por toda parte, e do mesmo modo que há amor, há inteligência e consciência. Amor, inteligência e consciência reunidos constituem uma unidade, o grande mistério, Deus.
        Para lhes fazer compreender o que são as leis, devo voltar para o que já lhes repeti concernente aos fluidos: existem tantos como pensamentos; temos a faculdade de dirigi-los e de estabelecer suas leis, pelo pensamento, segundo nosso desejo de atuar. Aquelas que impomos a nossos semelhantes impõem a nós do mesmo modo. Tais são as leis do interior, chamadas ordinariamente leis de Deus.
        Quanto às leis do exterior, espécies de leis da natureza, são o instinto da vida que se manifesta na matéria, reveste-se de todos os matizes, toma formas numerosas, incalculáveis, segundo a natureza do germe dos fluidos ambientes.
        É assim para todas as coisas, todas têm seu instinto, os astros mesmos que planam no espaço infinito se dirigem pelo contato dos fluidos e descrevem instintivamente sua órbita.
        Se Deus tivesse estabelecido leis para ir a ele, elas seriam uma trava a nosso livre arbítrio; fossem relativas ou fossem absolutas, seriam obrigatórias, posto que não poderíamos nos dispensar delas para chegar à meta. Mas Deus deixa a cada um a faculdade de estabelecer suas leis, segundo a necessidade; é ainda uma prova de seu amor.
        Toda lei não deve ter mais que a consciência por base. Assim, não dizemos “leis de Deus”, mas sim “leis da consciência”.
        Esta revelação brota dos princípios mesmos do amor, desse amor que transborda por toda parte, que se encontra tanto no centro dos astros como no fundo dos oceanos, desse amor cujo perfume se manifesta por toda parte, que alimenta a todos os reinos da natureza e que mantêm o equilíbrio e a harmonia em todo o Universo».

    D. - «De onde vem a vida?»
    O Pai. - «A vida é eterna, está por toda parte. Os fluidos existem também no infinito e por toda eternidade.
        Banhamo-nos na vida e nos fluidos como o peixe na água.
        Os fluidos se encadeiam e são cada vez mais etéreos; distinguem-se pelo amor; por toda parte onde este existe, há vida, já que sem a vida o amor já não tem sua razão de ser.
        Basta que dois fluidos estejam em contato por um certo grau de calor solar, para que seu dois germens de vida se disponham a entrar em relação. É assim como a vida cria uma individualidade e torna-se atuante».

    Issue de la traduction portugaise de l’Erreur spirite
    (O Erro Espírita) de René Guenon.


    votre commentaire
  • «Revelación por el Padre Antonio,
    el gran curandero de la Humanidad,
    para el que tiene la fe».

    «El árbol de la ciencia de la visión del mal».

    La Aureola de la Conciencia:
    «Un solo remedio puede curar a la humanidad: LA FE. Es de la fe de donde nace el amor: es el amor el que nos muestra en nuestros enemigos a Dios mismo. No amar a los enemigos, es no amar a Dios, ya que es el amor que tenemos por nuestros enemigos el que nos hace dignos de servirle; es solo el amor el que nos hace amar verdaderamente, porque es puro y de verdad».

    La Enseñanza del Padre Antonio:
        «La Enseñanza del Padre tiene por base el amor, revela la ley moral, la conciencia de la humanidad; recuerda al hombre los deberes que tienen que desempeñar hacia sus semejantes; aunque esté atrasado incluso hasta no poder comprenderla, podrá, al contacto de aquellos que la extienden, penetrarse del amor que se desprende de ellos; éste le inspirará mejores intenciones y hará germinar en él sentimientos más nobles.
        La verdadera religión, dice el Padre, es la expresión del amor bebido en el seno de Dios, que nos hace amar a todo el mundo indistintamente. No perdemos jamás de vista la ley moral, ya que es por ella como presentimos la necesidad de mejorarnos. Nosotros no hemos llegado todos al mismo grado de desarrollo intelectual y moral, y Dios coloca siempre a los débiles en nuestro camino para darnos la ocasión de aproximarnos a Él. Se encuentran entre nosotros seres que están desprovistos de toda facultad y que tienen necesidad de nuestro apoyo; el deber nos impone venir en su ayuda en la medida en que creemos en un Dios bueno y misericordioso. Su desarrollo no les permite practicar una religión cuya enseñanza está por encima del alcance de su comprehensión, pero nuestra manera de actuar a su respecto les recordará el respeto que le es debido y les conducirá a buscar el medio más ventajoso para su progreso. Si queremos atraerlos a nosotros por una moral que reposa sobre leyes inaccesibles a su entendimiento, los perturbaremos, los desmoralizaremos, y la menor instrucción sobre ésta les será insoportable; acabarán por no comprender ya nada; dudando así de la religión, entonces recurrirán al materialismo.
        He aquí la razón por la cual nuestra humanidad pierde todos los días la verdadera creencia en Dios en favor de la materia. El Padre ha revelado que antaño era tan raro encontrar un materialista como hoy día un verdadero creyente.
        Mientras ignoremos la ley moral, por la cual nos dirigimos, la transgrediremos.
        La Enseñanza del Padre razona esta ley moral, inspiradora de todos los corazones dedicados a regenerar a la Humanidad; no interesa solo a aquellos que tienen fe en Dios, sino a todos los hombres indistintamente, creyentes y no creyentes, en cualquier escalón al cual se pertenezca. No creáis que el Padre pide el establecimiento de una religión que restringe a sus adeptos en un círculo, los obliga a practicar su doctrina, a observar un cierto rito, a respetar cierta forma, a seguir una opinión cualquiera, a dejar su religión para venir a Él. No, la cosa no es así: nosotros instruimos a quienes se dirigen a nosotros en lo que hemos comprendido de la Enseñanza del Padre y los exhortamos a la práctica sincera de la religión en la que tienen fe, a fin de que puedan adquirir los elementos morales en relación con su comprehensión. Sabemos que la creencia no puede estar basada sino en el amor; pero debemos esforzarnos siempre en amar y no en hacernos amar, ya que esto es la mayor de las plagas. Cuando estemos penetrados de la Enseñanza del Padre, ya no habrá disensión entre las religiones porque no habrá más indiferencia, nos amaremos todos porque habremos comprendido al fin la ley del progreso, tendremos las mismas consideraciones para todas las religiones e incluso para la increencia, persuadidos de que nadie podría hacernos el menor mal y de que, si queremos ser útiles a nuestros semejantes, debemos demostrarles que nosotros profesamos una buena religión que respeta la suya y que quiere su bien. Entonces estaremos convencidos de que el amor nace de la fe que es la verdad; pero no la poseeremos sino cuando no pretendamos tenerla».

    Un seguidor del Padre Antonio:
        «¿Hacer de M. Antonio un gran señor, no sería más bien rebajarle? Admitiréis, supongo, que nosotros, sus adeptos, que estamos al corriente de su trabajo, tengamos a su respecto otros pensamientos. Vosotros interpretáis demasiado intelectualmente, es decir, demasiado materialmente, nuestra manera de ver, y, al juzgar así sin conocimiento de causa, no podéis comprender el sentimiento que nos anima. Pero quienquiera que tiene fe en nuestro buen Padre aprecia lo que Él es en su justo valor porque le considera moralmente. Nosotros podemos pedir-Le todo lo que queremos, Él nos lo da con desinterés. No obstante, nos es lícito actuar a nuestra guisa, sin recurrir en modo alguno a Él, ya que Él tiene el mayor respeto por el libre albedrio; jamás nos impone nada. Si tenemos que pedir-Le consejo, es porque estamos convencidos de que Él sabe todo aquello de lo que tenemos necesidad, y que nosotros lo ignoramos. ¿No sería pues infinitamente preferible darse cuenta de su poder antes de querer desacreditar nuestra manera de actuar a su respecto?
        Como un buen padre, Él vigila sobre nosotros. Cuando debilitados por la enfermedad, vamos a Él, llenos de confianza, Él nos alivia, nos cura. Que caemos aniquilados bajo el golpe de las más terribles penas morales, Él nos levanta y nos conduce a la esperanza en nuestros corazones doloridos. Que la pérdida de un ser querido deja en nuestras almas un vacío inmenso, su amor lo llena y nos llama de nuevo al deber. Él posee el bálsamo por excelencia, el amor verdadero que allana toda diferencia, que rebasa todo obstáculo, que cura toda llaga, y Él le prodiga a toda la humanidad, ya que es más bien médico del alma que del cuerpo. No, nosotros no queremos hacer de Antonio el Curandero un gran señor, hacemos de Él nuestro salvador. Él es más bien nuestro Dios, porque Él no quiere ser más que nuestro servidor».

    Diez Principios revelada por Antonio el Curandero:
        «Dios habla:
    - Primer principio: Si me amáis, - no lo enseñaréis a nadie, - puesto que sabéis que yo no resido - más que en el seno del hombre. - Vosotros no podéis testimoniar que existe - una suprema bondad - mientras que me aisláis del prójimo.
    - Segundo principio: No creáis en el que os habla de mí, - cuya intención sería convertiros. - Si respetáis toda creencia - y al que no tiene ninguna, - sabéis, a pesar de vuestra ignorancia, - más de lo que podría deciros.
    - Tercer principio: Vosotros no podéis hacer moral a nadie, - sería probar - que no hacéis bien, - porque ella no se enseña por la palabra, - sino por el ejemplo, - y no ver el mal en nada.
    - Cuarto principio: No digáis jamás que hacéis caridad - a alguien que os parece en la miseria, - sería hacer entender - que yo carezco de miras, que no soy bueno, - que soy un mal padre, - un avaro, que deja tener hambre a su retoño. - Si actuáis hacia vuestro semejante - como un verdadero hermano, - no hacéis caridad más que a vosotros mismos, - debéis saberlo. - Puesto que nada está bien si no es solidario, - no habéis hecho hacia él - más que desempeñar vuestro deber.
    - Quinto principio: Tratad siempre de amar al que decís - «vuestro enemigo»: - es para enseñaros a conoceros - que yo le coloco en vuestro camino. - Pero ved el mal más bien en vosotros que en él: - será su remedio soberano.
    - Sexto principio: Cuando queráis conocer la causa - de vuestros sufrimientos, - que padecéis siempre con razón, - la encontraréis en la incompatibilidad de - la inteligencia con la conciencia, - que establece entre ellas los términos de comparación. Vosotros no podéis sentir el menor sufrimiento - que no sea para haceros observar - que la inteligencia es opuesta a la conciencia; - es lo que es menester no ignorar.
    - Séptimo principio: Tratad de penetraros, - ya que el menor sufrimiento es debido a vuestra - inteligencia que quiere siempre poseer más; - se hace un pedestal de la clemencia, - al querer que todo le esté subordinado.
    - Octavo principio: No os dejéis dominar por vuestra inteligencia - que no busca más que elevarse siempre - cada vez más; - ella pisotea a la conciencia, - sosteniendo que es la materia la que da las virtudes, - mientras que ella no encierra más que la miseria - de las almas que vosotros decís - «abandonadas», - que han actuado solo para satisfacer - su inteligencia que les ha extraviado.
    - Noveno principio: Todo lo que os es útil, para el presente - como para el porvenir, - si no dudáis nada, - os será dado por añadidura. - Cultivaos, vosotros os recordaréis el pasado, - tendréis el recuerdo - de que se os ha dicho: "Llamad, yo os abriré. - Yo estoy en el conócete"...
    - Décimo principio: No penséis hacer siempre un bien - cuando llevéis asistencia a un hermano; - podríais hacer lo contrario, - poner trabas a su progreso. - Sabed que una gran prueba - será vuestra recompensa, - si le humilláis y le imponéis el respeto. - Cuando queráis actuar, - no os apoyéis jamás sobre vuestra creencia, - porque ella puede extraviaros también; - basaos siempre sobre la conciencia - que quiere dirigiros, ella no puede engañaros».

    Ley de la consciencia:
    El Padre. - «Os voy a decir cómo debemos comprender las leyes divinas y de qué manera ellas pueden actuar sobre nosotros.
        Vosotros sabéis que se reconoce que la vida está por todas partes; si el vacío existiera, la nada tendría también su razón de ser.
        Una cosa que puedo afirmar también, es que el amor existe también por todas partes, y del mismo modo que hay amor, hay inteligencia y conciencia. Amor, inteligencia y conciencia reunidos constituyen una unidad, el gran misterio, Dios.
        Para haceros comprender lo que son las leyes, debo volver de nuevo a lo que ya os he repetido concerniente a los fluidos: existen tantos como pensamientos; tenemos la facultad de manejarlos y de establecer sus leyes, por el pensamiento, según nuestro deseo de actuar. Aquellas que imponemos a nuestros semejantes nos imponen del mismo modo. Tales son las leyes de interior, llamadas ordinariamente leyes de Dios.
        En cuanto a las leyes de exterior, dichas leyes de la naturaleza, son el instinto de la vida que se manifiesta en la materia, se reviste de todos los matices, toma formas numerosas, incalculables, según la naturaleza del germen de los fluidos ambientes.
        Es así para todas las cosas, todas tienen su instinto, los astros mismos que planean en el espacio infinito se dirigen por el contacto de los fluidos y describen instintivamente su órbita.
        Si Dios hubiera establecido leyes para ir a él, ellas serían una traba a nuestro libre albedrio; ya fuesen relativas o ya fuesen absolutas, serían obligatorias, puesto que no podríamos dispensarnos de ellas para llegar a la meta. Pero Dios deja a cada uno la facultad de establecer sus leyes, según la necesidad; es todavía una prueba de su amor.
        Toda ley no debe tener más que la conciencia por base. Así pues, no decimos "leyes de Dios", sino más bien "leyes de la consciencia".
        Esta revelación brota de los principios mismos del amor, de ese amor que desborda por todas partes, que se encuentra tanto en el centro de los astros como en el fondo de los océanos, de ese amor cuyo perfume se manifiesta por todas partes, que alimenta a todos los reinos de la naturaleza y que mantienen el equilibrio y la armonía en todo el Universo».

    D. - «¿De dónde viene la vida?»
    El Padre. - «La vida es eterna, está por todas partes. Los fluidos existen también en el infinito y por toda eternidad.
        Nos bañamos en la vida y en los fluidos como el pez en el agua.
        Los fluidos se encadenan y son cada vez más etéreos; se distinguen por el amor; por todas partes donde éste existe, hay vida, ya que sin la vida el amor ya no tiene su razón de ser.
        Basta que dos fluidos estén en contacto por un cierto grado de calor solar, para que sus dos gérmenes de vida se dispongan a entrar en relación. Es así cómo la vida se crea una individualidad y deviene actuante».

    Issue de la traduction espagnole de l’Erreur spirite
    (El Error Espiritista) de René Guenon.


    votre commentaire


    Suivre le flux RSS des articles de cette rubrique
    Suivre le flux RSS des commentaires de cette rubrique